Come va il tuo udito?

Otorinolaringoiatria: Uno dei maggiori esperti del Brasile parla sulle attenzioni che dobbiamo avere con l’udito.

Mariane de Oliveira

Martedì | 22 Ottobre 2013 | 17:12 | Ultimo aggiornamento: 22 Settembre 2016 ore 16:07

Ronzio, perdita uditiva, vertigini e sensazione di pressione nelle orecchie sono sintomi indicativi di una malattia ancora poco conosciuta: la sindrome di Ménière. Anche se non opportunamente divulgato, il problema esige attenzione ai primi sintomi. 

Nathália Valério
Dott. Jair de Carvalho e Castro

Su invito della rivista BOA VONTADE [BUONA VOLONTÀ, in italiano], uno dei più noti e rispettati specialisti del Brasile ha chiarito i principali dubbi su questa patologia. Secondo il dott. Jair de Carvalho e Castro, che dirige il dipartimento della seconda infermeria di otorinolaringoiatria della Santa Casa di Misericordia di Rio de Janeiro, in Brasile, la sindrome di Ménière può verificarsi a qualsiasi età, ma è più comune negli adulti tra i 40 e 50 anni d’ età, con una lieve predominanza tra le donne. Nell'intervista il medico ha anche avvertito sulle cure necessarie per mantenere in ordine la salute uditiva. 

BUONA VOLONTÀ — Che cos’è la sindrome di Ménière? 

Dott. Jair de Castro — Si tratta di una malattia già fissatasi ampiamente nella seconda metà del 19° secolo. È caratterizzata da una tetrade e cioè, la perdita dell'udito, da ronzio, vertigini e dalla sensazione di pressione nell'orecchio. Questa è l'immagine classica della malattia. A volte un [sintomo] prevale di più rispetto agli altri; a volte più perdita uditiva o vertigini, più ronzio o pressione o a volte sono più o meno equilibrati.

BV — Quali sintomi indicano che è l’ora di andare dal medico?

Dott. Jair de Castro — Se la persona subisce un’eventualità per alcune ore e poi scompare, non ce l’ha più, non c'è bisogno [di andare dal medico]. Ma se si ripete o continua, vale la pena indagare. Di solito preferiamo richiamare l'attenzione sull’udito sia per ciò che si riferisce alla parte uditiva sia per quanto riguarda l’equilibrio, poiché questo sistema funziona come un termometro della nostra salute. Se l'orecchio comincia a fischiare, se diminuisce l’audizione o si sentono vertigini, probabilmente c’è qualcosa che sta avvenendo in lontananza ... Ogni paziente ha le sue proprie caratteristiche, ma la malattia è la stessa. 

BV — Esiste un procedimento specífico per individuare la malattia?

Dott. Jair de Castro — Nell’otorinolaringoiatria abbiamo una routine molto simile ad altre specialità. Cerchiamo di conoscere i dettagli... il tempo, l’incidenza, la frequenza [dei sintomi segnalati], la professione del paziente, l'età, se ha problemi di salute, se usa medicine in modo eccessivo. Tutto questo è molto importante per capire il tipo di paziente con cui abbiamo a che fare. Ricevute queste informazioni si stabilisce, in primo luogo, un esame fisico in cui si osservano il naso, la gola e l’orecchio. Il secondo passo è quello di investigare, per mezzo di esami complementari, l’audiometria, l’immittanziometria, l’elettrofisiologia uditiva ed uno più specifico per la malattia di Ménière chiamato elettrococleografia.

BV — Con questo è possibile confermare la diagnosi?

Dott. Jair de Castro — Attraverso questi esami siamo in grado di avere un’informazione piuttosto precisa sul funzionamento dell'apparecchio uditivo. Eventualmente, dipendendo da questi risultati, [saranno richiesti] altri esami come per esempio quelli di routine, principali del sangue: l’emocromo, l’esame dei grassi, degli zuccheri, degli ormoni ... Alcuni pazienti possono aver bisogno di ulteriori esami per immagini: tomografia o rissonanza magnetica. Con questo insieme di informazioni tu sei già in grado di conoscere il profilo del paziente. Queste procedure vengono eseguite in sequenza e, man mano i risultati arrivano, ci forniscono informazioni che ci consentono di giungere alla diagnosi finale.

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BV — Con la diagnosi confermata, qual’è il passo seguente?

Dott. Jair de Castro — In primo luogo stabilire un rapporto amichevole tra medico e paziente. Sia in una clinica privata, sia nella Santa Casa della Misericordia di Rio de Janeiro, gli spieghiamo che cos’ è la malattia... che, pur provocando dei disagi, non arreca problemi ancora più gravi alla sua vita. Lo orientiamo sugli esami effettuati, parliamo un po’ sulla sua salute, sulle sue abitudini alimentari e stabiliamo le medicine a seconda di ogni fase della sindrome. (...) La malattia di Ménière ha una caratteristica ma può variare da persona a persona, pertanto bisogna aggiustare il dosaggio dei farmaci. Un altro punto importantissimo si riferisce allo stile di vita del paziente. Oltre a ridurre l'ingestione di sodio [sale da cucina] e della caffeina, lo consigliamo di non rimanere più di tre ore senza alimentarsi. 

BV — La sindrome di Ménière può causare la sordità totale?

Dott. Jair de Castro — Può raggiungere la sordità quasi totale: non solo una perdita significativa dell’udito, ma anche la perdita della comprensione della parola. Oltre ad ascoltarla male non la capisce. L'udito è un senso importantissimo; i non udenti soffrono molto a casa, sul lavoro, per strada e allora cominciano ad isolarsi, a rifiutare inviti familiari, sociali... Quindi il messaggio che vogliamo lasciare è che ogni persona con un problema uditivo può essere aiutata. L'ascolto è fondamentale non solo per la vita sociale, familiare o professionale, ma anche per il benessere psicologico del paziente.

BV — Qual’è il limite di altezza adeguato per l’udito?

Dott. Jair de Castro — Tra gli 85 e 90 decibel. È necessario che il suono sia ad un volume adeguato. Abbiamo osservato che l’individuo comincia con un volume del suono conveniente, e dopo un certo tempo l’aumenta dimostrando così un certo grado di perdita dell'udito. Questo processo non s’installa da un giorno all'altro, è lungo, e di solito quando l’interessato cerca aiuto ha già una lesione probabilmente irreversibile.

BV — Dunque bisogna cominciare a preoccuparsi presto con l’udito?

Dott. Jair de Castro — Sin dalla gravidanza. La madre ha bisogno di cure, di orientamento prenatale, non può prendere farmaci, antibiotici - non tutti, ma quegli antibiotici che possono danneggiare l'apparecchio acustico. Non può fumare, bere, non puo usare droghe. Il bambino, quando nasce, deve fare un test dell'udito perché se ha già dei problemi, questi devono essere trattati. Se i problemi non vengono diagnosticati entro i primi 24 mesi, la riabilitazione è estremamente difficile. Oggi siamo in condizione di mettere un impianto cocleare in un bambino nato completamente senza udito, in modo che possa avere la possibilità di ripristinare la capacità uditiva e una vita normale. Il nostro compito è quello di aiutare le persone a vivere meglio.

BV — Quale orientamento dà a qualcuno che già presenta problemi uditivi?

Dott. Jair de Castro — Che chieda aiuto. Otterrà sostegno, orientamento, sarà curato, medicato... avrà le risorse per rendere la vita più gradevole, piacevole. Credo che lo scopo della vita è di vivere sempre meglio, di avere integrazione con le persone, con la famiglia, con la comunità. La salute è un bene divino, quindi dobbiamo prendercene cura.

 

 

Traduzione: Raffaele Papa
Revisione: Marusca Bertolozzi