Anche giocare è una cosa seria

Wellington Carvalho

Lunedì | 02 Dicembre 2013 | 10:30 | Ultimo aggiornamento: 22 Settembre 2016 ore 16:07

Giocare a prendersi, a nascondino, con le bambole, con giochi educativi; andare in bicicletta; giocare a palla sono tutti giochi che donano ai bambini un’infanzia felice e sana. Molti non lo sanno, ma giocare è un diritto che ogni bambino può esercitare protetto dalla legge. L'articolo 31 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell'Adolescenza — approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) — indica il gioco come un diritto fondamentale. Pertanto  dev’essere garantito, fra tanti altri, in tutto il mondo.

Vivian R. Ferreira
Gli spazi ricreativi delle scuole della LBV sono composti da giochi educativi che permettono ai bambini di sviluppare le capacità motorie, intellettuali ed emozionali, così come la concentrazione, l’indipendenza e la socializzazione. Nella foto, i bambini della scuola della LBV a Curitiba, Brasile.

Attraverso il gioco i bambini possono sviluppare le loro capacità e abilità fisiche, motorie e sociali, nonché il raziocinio e la creatività. Il gioco è il mezzo che il bambino possiede per comunicarsi con il mondo, è ciò che rafforza il suo processo di socializzazione con svariate realtà etniche, religiose e sociali, tra le altre. E  quindi  dev’essere accompagnato dalla garanzia di altri elementi altrettanto importanti per i bambini, tali come l'istruzione, il cibo, la sicurezza, l'alloggio e la famiglia.

Per l'assistente sociale, animatrice socio-culturale e presidente dell'Associazione Brasiliana per il Diritto al Gioco (IPA Brasil) Marilena Flores Martins, “proporre giochi ai bambini significa investire. Quando investiamo in questo progetto possiamo essere sicuri che  avremo cittadini più equilibrati e meno violenti, poiché il gioco favorisce una cultura di pace. I bambini che giocano imparano  a lavorare in gruppo, a negoziare, a rispettare le regole, a sforzarsi e a vincere per merito loro”.

Si tratta di attività che favoriscono anche la salute del corpo e della mente. Per l’organismo fisico, per esempio, quando si gioca si combatte la vita sedentaria mentre, mentalmente, si rinsaldano i sentimenti di fiducia, di autostima, di equilibrio e di tranquillità. Emotivamente si riesce ad incontrare più gioia di vivere. Inoltre, dipendendo dal gioco, molti bambini finiscono per percepire quale professione avranno la tendenza a esercitare  futuramente.

Vivian R. Ferreira

GIOCANDO CON BUONA VOLONTÀ

Pertanto il bambino viene preso sul serio nella Legione della Buona Volontà (LBV), poiché essa ne riconosce l'importanza nella costruzione di un futuro migliore per tutti, come dichiara il presidente dell’Istituzione, José de Paiva Netto: “La stabilità del mondo comincia nel cuore del bambino. Per questo, nella LBV già da tanti anni pratichiamo la Pedagogia dell’Affetto*”.

Così la LBV investe molto nell’educazione, garantendo il diritto al pieno sviluppo dei piccoli, attraverso le sue scuole e i programmi educativi e di assistenza sociale, indirizzati anche alla famiglia. All’insegna del motto Formare Mente e Cuore stimola, con qualità, il tempo libero, lo sport, la musica e i laboratori d'arte nelle sue dipendenze aperte anche ai bambini del sistema scolastico pubblico nel periodo del dopo scuola. Sappine di più sulla Pedagogia della LBV.

Vivian R. Ferreira
La LBV crede nel futuro di migliaia di bambini, ed è per questo che sviluppa attività ricche di esperienze ludiche, culturali, artistiche e sportive come forme di espressione, di interazione, di apprendimento, di convivenza e di protezione sociale. Nella foto, le bambine della scuola della LBV a Belém, Brasile.

Con tutti i diritti fondamentali garantiti, la Legione della Buona Volontà applica in tutte le sue azioni una sua linea educativa per stimolare l'autonomia di questi cittadini trasformatori di una società più giusta ed egualitaria. Così, come evidenzia il creatore della Pedagogia della LBV, Paiva Netto  in un articolo presentato alle Nazioni Unite durante l’evento che si è realizzato a Ginevra, in Svizzera, nel 2011: “Ecco allora la nostra funzione principale: istruirci, educarci, rieducarci per poi, con efficenza, istruire, educare e rieducare.Insegnare, quindi, non significa soltanto trasmettere l’abbecedario della scienza terrena, neanche trattandosi della più elevata Matematica, della Fisica, della Chimica, dell’Astronomia, ecc. Poiché se non vi è un buon nutrimento per l’Anima — illuminata dalla spiritualità, il che significa non soltanto educare ma bensí rieducare —, l’insegnamento, benché superlativo, se privo di tale buon nutrimento porterà l’Essere Umano a condurre il pensiero verso atti sempre più distruttivi. Ecco allora che l’Educazione, quando corretta, libera. E, con la Spiritualità Ecumenica, eleva.”

Vieni a conoscere personalmente l’Istituzione in uno dei sette paesi che hanno basi autonome (Argentina, Bolivia, Brasile, Stati Uniti, Paraguay, Portogallo e Uruguay) o entra nel sito www.legionofgoodwill.org per versare la Sua donazione online. Per ulteriori informazioni scrivere a italiano@boavontade.com.

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*Pedagogia dell’Affetto — Rivolta a bambini fino ai 10 anni d’età, fa parte della Pedagogia della Buona Volontà (insieme alla Pedagogia del Cittadino Ecumenico, per i bambini a partire dagli 11 anni), linea pedagogica della Legione della Buona Volontà, creata dall’educatore Paiva Netto.