La voce del giovane: Aids senza pregiudizio

Della Redazione

Lunedì | 01 Dicembre 2014 | 9:54 | Ultimo aggiornamento: 22 Settembre 2016 ore 16:07

Cosa faresti se scoprissi che qualcuno nella tua famiglia ha il virus HIV? Lo allontaneresti o l’aiuteresti? Reagiresti con pregiudizio? Lo staff del Portale Buona Volontà è andato all'Istituto di Educazione José de Paiva Netto a San Paolo (Brasile), e ha chiesto agli studenti delle scuole medie che cosa pensano sull’HIV/AIDS.

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Se per molti può sembrare un argomento tabù, parlare di AIDS non è un problema per questi giovani. E questo perché in tutte le scuole della Legione della Buona Volontà (LBV) la propria metodologia include la disciplina della Convivenza*, in cui loro sviluppano ricerche e dibattiti sulla malattia (che cosa è, come avviene la sua trasmissione, il suo trattamento  e,  naturalmente, la sua prevenzione), senza sentir vergogna o paura di informarsi, e arrivano a   conclusioni interessanti.

João Nery
Alcuni degli studenti delle scuole medie dell'Istituto di Educazione José de Paiva Netto a San Paolo (Brasile) che hanno partecipato nel 2013 al dibattito a rispetto dell’HIV/AIDS sulla tesi del scrittore Paiva Netto, “AIDS - il virus del pregiudizio aggredisce più della malattia”.

Spesso le persone evitano i portatori di HIV per mancanza di conoscenza, e da lì si creano i pregiudizi. “Ci sono miti sulla contaminazione che devono essere sfatati. Molte persone discriminano le persone malate di Aids proprio perché non conoscono la malattia nella sua complessità” ha detto Sabrina Caetano, di 17 anni.

Secondo il parere della diciassettenne Priscila Mendes, il danno subito dal paziente malato di AIDS è serio e “può provenire dalla propria famiglia la quale, allo stesso modo della società, può spesso giudicarlo invece di accettarlo e comprenderlo”. Il risultato di questo atteggiamento è “l’abbandono che colpisce ulteriormente il portatore del virus HIV. È proprio in questo momento che lui  ha più bisogno di sostegno e di solidarietà”, completa Rene Clemente, di 17 anni. 

Anche in trattamento il portatore di HIV  può e deve vivere normalmente, senza abbandonare la sua vita affettiva e sociale. Ha  eguale diritto al lavoro, ad avere una vita sentimentale, a passeggiare, a divertirsi e fare amicizia. È quello che conferma Amy de Souza, 17 anni: “Il portatore del virus può convivere con altre persone, con la società. Non trasmette la malattia soltanto per il fatto di avvicinarsi o  di comunicarsi con l’altro”.

Lo studente Matheus Araújo, 18 anni, ricorda che ci sono malattie che uccidono più dell’AIDS - come per esempio il diabete, che in Brasile uccide quattro volte di più, secondo il Ministero della Salute del Brasile — e ce ne sono altre che possono essere più contagiose, trasmesse nell’aria, come il caso dell’influenza. Tuttavia il pregiudizio contro i portatori del virus dell’AIDS è diventato molto aggressivo. “Durante la lezione l'insegnante ha mostrato un video in cui veniva simulato che uno dei sedili della metropolitana era allestito specialmente  solo per i malati di AIDS, e diverse persone passavano e non si siedevano. Questo dimostra l'ignoranza della gente, perché una persona con l'influenza, in questa situazione, è più pericolosa nei confronti delle altre che un malato di AIDS”, esemplifica lo studente.

Secondo il rapporto del Programma Congiunto delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS (UNAIDS), i portatori di HIV vivono più a lungo e i decessi correlati a questa malattia sono in diminuzione a causa della efficacia della terapia antiretrovirale. Bisogna festeggiare i progressi in materia di trattamento, ma non possiamo dimenticare che oltre 35 milioni di persone  in tutto il mondo vivono ancora con l'HIV . E le nuove generazioni devono avere questa conoscenza: “Le lezioni di Convivenza sono uno spazio di riflessione sui nostri atteggiamenti e  per la  formazione di un futuro migliore per noi e per le generazioni future. I giovani possono scegliere strade sbagliate che potrebbero essere evitate se avessero avuto prima uno spazio come questo, nel quale vengono messi allerta e conversano senza pregiudizi”,  sostiene Priscila Mendes.

Per Carolina Santos, di 18 anni  “la legge dovrebbe far includere lezioni di questo tipo nel programma scolastico, perché mancano  ancora  informazioni,  interesse ed empatia. Altrimenti l'ignoranza e il pregiudizio aumenteranno ogni giorno di più”. E Marcus Vinicius Scolari, di 17 anni, aggiunge: “Non dovrebbe esistere la discriminazione non solo contro i portatori del virus HIV, ma contro  qualunque tipo di cosa,  sia essa  religione, orientamento sessuale, etnia, status socio-economico,  perché siamo tutti esseri umani, con i nostri pregi e difetti. Dobbiamo rispettare tutte queste differenze”.

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* Lezioni di Convivenza – La Disciplina di Convivenza, creata dall’educatore Paiva Netto, invita gli studenti ad attività di ricerca e discussione su questioni importanti della vita di tutti i giorni. Viene applicata nelle unità educative della Legione della Buona Volontà.